“Andrè! Cos’hai???….Andrè!”
il terrore le uscì dal cuore mentre accorreva verso di lui.
Andrè era sconvolto
dagli spasmi…dal desiderio, dall’amore disperato. Era pallido come un cencio,
piegato in due, il cuore gli scoppiava nel petto, sudava freddo…
“Andrè…” gli posò
una mano sulla schiena…
quel tocco fu come il colpo
di grazia, Andrè si voltò di scatto, la sua espressione era
stravolta…Oscar ne ebbe quasi paura…i suoi occhi erano bui come pozzi senza
fondo…
quello che ad Oscar sembrò
un ringhio era invece un lamento disperato :
“nulla! ….va via!”
mi vergogno tanto…pensò
Andrè.
Oscar non capiva che cosa era
successo…si sentiva solo ferita nell’orgoglio…si allontanò prese
il suo mantello ed entrò nel vecchio mulino diroccato… insieme a
quella bottiglia di vino…
Amica mia…fammi compagnia
stanotte…fammi stordire…fammi dormire e impedisci alla mia mente di pensare…di
pensare a lui…
Volevo solo aiutarlo…mi
sono spaventata…
un attimo prima mi sorrideva
e poi…
quel malessere…
perché ha reagito
così male al mio aiuto…
Mi chiedo il perché…come
se non lo sapessi…
è qui solo perché
glielo ho ordinato…
Bevve, fino a perdere conoscenza,
quel nettare d’oblio, la stanchezza fece il resto…
Intanto Andrè si era
ripreso, sciacquandosi nel laghetto…vide la porta socchiusa del mulino…vide
la porta del cuore di Oscar chiusa di fronte a lui…si vergognava di se
stesso, della sua incapacità.
Come un automa spense il fuoco,
raccolse le vivande e le sistemò nella sua sacca…mise tutto a posto
come mai fossero passati da quel luogo…fece tutto con una lentezza inesorabile…lasciando
alla sua mente il modo di placarsi. Infine guardò in direzione di
quella maledetta porta…è lì che devo stare…lì accanto…a
lei…
Si appoggiò alla parete
della costruzione e ammirando il cielo stellato si addormentò…
Il vino aveva avuto un effetto
passeggero su Oscar, infatti non passò molto tempo che si svegliò,
si mise in ascolto per capire se Andrè stesse dormendo…silenzio…solo
il canto notturno di qualche grillo…non voleva far rumore…si tolse gli
stivali e uscì in punta di piedi…
Oscar vide Andrè appoggiato
al muro del mulino, accanto alla porta…mi chiede scusa…proteggendo il
mio sonno…?
Era così abituata a
vederlo calmo, discretamente attento e premuroso, ma anche talmente distante
nei suoi confronti che si chiese ancora che cosa fosse successo poco
prima… solo un’altra volta aveva visto quegl’occhi bui…solo quella notte…quel
ricordo…la riportò al suo dolore…
Le lacrime le rigavano le guance
mentre guardava quel viso…sentiva il suo respiro regolare…una mano si stese
per carezzargli i capelli…ora era Oscar a bruciare di dolore e desiderio…in
fondo al cuore voleva con tutta se stessa che Andrè si svegliasse…e
se succedesse?…che cosa dovrei fare?…parlargli…o stare in silenzio…stendermi
accanto a lui…
Avvampò…non aveva idea
di quello che avrebbe potuto fare o dire per amare quest’uomo…ricordò
che una notte sognò …e quelle immagini l’avevano svegliata di soprassalto
nel piacere…il piacere che scoprì per la prima volta…
Ritrasse la mano…e camminò
fino al laghetto…arrivò a bagnarsi fino oltre il ginocchio…camminava
nell’acqua per trovare refrigerio al calore che le inondava le membra,
si bagnò le mani, le braccia, il viso…la notte era calda…e quel
contatto fu meraviglioso…
Oscar sentì d’un tratto
Andrè urlare:
“Nooo!!”
un sogno…era cominciato così…come
un sogno…
<<Andrè e Oscar
da bambini in quello stesso luogo a mangiare a scherzare…poi Oscar cominciò
a crescere di fronte a suoi occhi… a diventare adolescente e poi adulta…donna…e
lui la guardava alla luce di quello stesso fuoco…anche lui era cresciuto…
era uomo…e l’amava …l’amava da sempre…Andrè guardò il fuoco…poi
si ritrovò nella stanza di Oscar a guardare la fiamma della candela
che le sistemava sul pianoforte come ogni sera…sentì le dure parole
di Oscar…era quella notte!…accadde tutto velocemente…”una rosa è
una rosa, non potrà mai essere un lillà”…lo schiaffo…il desiderio…il
bacio…
-divenne un incubo, l’incubo
che lo perseguitava, sempre, da quella notte-
…Andrè la spinge
sul letto…la camicia strappata…le sue lacrime…”Che cosa vuoi farmi adesso?che
cosa vuoi provare?”…e poi…poi la violenza…>>
“Nooo!!”
Oscar sentì quell’urlo
e corse fuori dall’acqua…Andrè era seduto, la testa fra le mani…alzò
lo sguardo e la vide in piedi…bella nella notte…
I loro occhi si trovarono nel
silenzio.
“Stai bene…ora?”
“sì…solo un sogno…ma
guardati…ti prenderai un malanno…Oscar” Andrè si alzò in
piedi.
“non riuscivo a dormire…per
il caldo”
Era a piedi nudi, i pantaloni
appiccicati alle gambe fino alle cosce, la camicia sgualcita, il viso bagnato…è
la prima volta che non ho vergogna del mio corpo…di donna…perché
sono i tuoi occhi a guardarmi…
Andrè la ammirava eccome…ma
cercava di non fissarla…mai avrebbe desiderato farla scappare…
“Oscar stai gocciolando…”
Le si avvicinò
lentamente…quasi si avvicinasse ad un cavallo imbizzarrito, le aveva parlato
con tutta la dolcezza di cui era capace…si tolse il mantello dalle spalle
e glielo porse…anche se avrebbe desiderato metterlo con le sue mani sulle
sue spalle…
Oscar rimaneva immobile, come
impietrita …non so che fare…pensava disperata…
“ ti ringrazio” lo accettò
dalla sua mano…riuscì a sentire per un istante il contatto con la
sua pelle… mise quel mantello di calore e profumo intorno alle spalle ed
ebbe la sensazione di sciogliersi…adesso tremava.
“tremi ...ora riaccendo il
fuoco” disse Andrè in modo risoluto.
“non è necessario…ora
passa”…ma Oscar non voleva che passasse…quei brividi voleva sentirli ancora
lungo la schiena, avrebbe voluto averli sentiti tanto tempo fa…
ebbe un capo giro. Il vino…l’acqua
fredda del lago…Andrè…stava quasi per cadere e istintivamente tese
le braccia in avanti cercando la presa dell’uomo che in silenzio l’aveva
sostenuta per tutta una vita…
Andrè la accolse…”Oscar”…amore
mio…”che succede?”
Rimasero così un attimo…un
minuto…un ora…una vita intera…Oscar appoggiata al corpo di Andrè
e lui immobile come una statua…anche se avrebbe voluto stringerla…
Non mi abbraccia…Andrè…perché
non mi abbracci…??
Andrè la sentì
piangere sul suo petto…
”perché piangi?” le
chiese sotto voce…
“sono stanca…Andrè…stanca”
… si allontanò con dolore
dal quel corpo solido e sicuro…rassegnata dalla sconfitta di aver avuto
la prova che ormai Andrè provava per lei solo dell’affetto…della
premura…e non l’amore da cui desiderava essere sconvolta…
ecco…è finito..l’incanto…si
è staccata…portandosi via definitivamente il mio cuore…ha ripreso
il controllo…
Il loro desiderio di comprendersi
era talmente forte…che per assurdo ormai avevano frainteso l’uno dell’altra
ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo…temevano il rifiuto…stavano fermi
in silenzio…
Oscar si voltò per guardarlo
in faccia per mostrargli che tutto era tornato a posto…
“Andrè…prepara i cavalli…voglio
arrivare ad Arras il prima possibile”
“ va bene Oscar”
scappi ancora…vuoi scappare
anche da questo luogo…eh Oscar? vuoi che questa notte diventi un ricordo
da dimenticare…sì…è così…
Arras…perché? Cos’è
tutta questa fretta ?
Sono stanca …di fuggire da te Andrè…ma voglio arrivare ad Arras…vedere ancora quei luoghi…e abbandonarmi all’illusione di noi due insieme…solo per pochi giorni…cullarmi nella fantasia di una vita mai vissuta…pochi giorni…solo per pochi giorni…
Era l’alba quando arrivarono
al limite di un campo di papaveri…sembrava un mare…lì una volta
c’erano campi coltivati...la natura si era ripresa tutto…il profumo del
mare sembrava quasi nell’aria… la brezza mattutina aveva fatto alzare una
nebbia sottile, che rendeva ancora più straordinaria quella visione
di rosso e di verde… Arras era oltre una leggera collina…
Si fermarono ad ammirare quello
spettacolo inatteso. Quel campo sembrava essere nei loro cuori come un
confine, un mare da attraversare verso la terra della verità. Avevano
la sensazione di lasciarsi alle spalle la falsità, l’ipocrisia di
Parigi, della corte…ora esisteva solo il mare…
La risacca era percepibile
chiaramente nelle loro menti…era come un battito sordo di un cuore immenso…si
guardarono…e si lanciarono al galoppo.
Fine 4° parte
Mik