Nota dell'autrice:
comincio a scrivere questo racconto…una musica di sottofondo …Debussy…”il chiaro di luna”… Oscar e Andrè…le mie fantasie le mie paure…il coraggio di scrivere…mi lascio cullare da immagini suoni e parole.
Prendete così…come viene quello che scrivo…e magari…leggetelo con la musica di un pianoforte in sottofondo… ^___^
 
Un Ballo
IV° parte
 

 
 

“Andrè!   Cos’hai???….Andrè!” il terrore le uscì dal cuore mentre accorreva verso di lui.
Andrè era sconvolto dagli spasmi…dal desiderio, dall’amore disperato. Era pallido come un cencio, piegato in due, il cuore gli scoppiava nel petto, sudava freddo…
“Andrè…” gli posò una mano sulla schiena…
quel tocco fu come il colpo di grazia, Andrè si voltò di scatto, la sua espressione era stravolta…Oscar ne ebbe quasi paura…i suoi occhi erano bui come pozzi senza fondo…
quello che ad Oscar sembrò un ringhio era invece un lamento disperato :
“nulla! ….va via!”
mi vergogno tanto…pensò Andrè.
Oscar non capiva che cosa era successo…si sentiva solo ferita nell’orgoglio…si allontanò prese il suo mantello ed entrò nel vecchio mulino diroccato… insieme a quella bottiglia di vino…
Amica mia…fammi compagnia stanotte…fammi stordire…fammi dormire e impedisci alla mia mente di pensare…di pensare a lui…
Volevo solo aiutarlo…mi sono spaventata…
un attimo prima mi sorrideva e poi…
quel malessere…
perché ha reagito così male al mio aiuto…
Mi chiedo il perché…come se non lo sapessi…
è qui solo perché glielo ho ordinato…
Bevve, fino a perdere conoscenza, quel nettare d’oblio, la stanchezza fece il resto…
Intanto Andrè si era ripreso, sciacquandosi nel laghetto…vide la porta socchiusa del mulino…vide la porta del cuore di Oscar chiusa di fronte a lui…si vergognava di se stesso, della sua incapacità.
Come un automa spense il fuoco, raccolse le vivande e le sistemò nella sua sacca…mise tutto a posto come mai fossero passati da quel luogo…fece tutto con una lentezza inesorabile…lasciando alla sua mente il modo di placarsi. Infine guardò in direzione di quella maledetta porta…è lì che devo stare…lì accanto…a lei…
Si appoggiò alla parete della costruzione e ammirando il cielo stellato si addormentò…
Il vino aveva avuto un effetto passeggero su Oscar, infatti non passò molto tempo che si svegliò, si mise in ascolto per capire se Andrè stesse dormendo…silenzio…solo il canto notturno di qualche grillo…non voleva far rumore…si tolse gli stivali e uscì in punta di piedi…
Oscar vide Andrè appoggiato al muro del mulino, accanto alla porta…mi chiede scusa…proteggendo il mio sonno…?
Era così abituata a vederlo calmo, discretamente attento e premuroso, ma anche talmente distante nei suoi confronti che si chiese ancora che cosa fosse  successo poco prima… solo un’altra volta aveva visto quegl’occhi bui…solo quella notte…quel ricordo…la riportò al suo dolore…
Le lacrime le rigavano le guance mentre guardava quel viso…sentiva il suo respiro regolare…una mano si stese per carezzargli i capelli…ora era Oscar a bruciare di dolore e desiderio…in fondo al cuore voleva con tutta se stessa che Andrè si svegliasse…e se succedesse?…che cosa dovrei fare?…parlargli…o stare in silenzio…stendermi accanto a lui…
Avvampò…non aveva idea di quello che avrebbe potuto fare o dire per amare quest’uomo…ricordò che una notte sognò …e quelle immagini l’avevano svegliata di soprassalto nel piacere…il piacere che scoprì per la prima volta…
Ritrasse la mano…e camminò fino al laghetto…arrivò a bagnarsi fino oltre il ginocchio…camminava nell’acqua per trovare refrigerio al calore che le inondava le membra, si bagnò le mani, le braccia, il viso…la notte era calda…e quel contatto fu meraviglioso…
Oscar sentì d’un tratto Andrè urlare:
“Nooo!!”
un sogno…era cominciato così…come un sogno…
<<Andrè e Oscar da bambini in quello stesso luogo a mangiare a scherzare…poi Oscar cominciò a crescere di fronte a suoi occhi… a diventare adolescente e poi adulta…donna…e lui la guardava alla luce di quello stesso fuoco…anche lui era cresciuto… era uomo…e l’amava …l’amava da sempre…Andrè guardò il fuoco…poi si ritrovò nella stanza di Oscar a guardare la fiamma della candela che le sistemava sul pianoforte come ogni sera…sentì le dure parole di Oscar…era quella notte!…accadde tutto velocemente…”una rosa è una rosa, non potrà mai essere un lillà”…lo schiaffo…il desiderio…il bacio…
-divenne un incubo, l’incubo che lo perseguitava, sempre, da quella notte-
…Andrè la spinge sul letto…la camicia strappata…le sue lacrime…”Che cosa vuoi farmi adesso?che cosa vuoi provare?”…e poi…poi  la violenza…>>
“Nooo!!”
Oscar sentì quell’urlo e corse fuori dall’acqua…Andrè era seduto, la testa fra le mani…alzò lo sguardo e la vide in piedi…bella nella notte…
I loro occhi si trovarono nel silenzio.
“Stai bene…ora?”
“sì…solo un sogno…ma guardati…ti prenderai un malanno…Oscar” Andrè si alzò in piedi.
“non riuscivo a dormire…per il caldo”
Era a piedi nudi, i pantaloni appiccicati alle gambe fino alle cosce, la camicia sgualcita, il viso bagnato…è la prima volta che non ho vergogna del mio corpo…di donna…perché sono i tuoi occhi a guardarmi…
Andrè la ammirava eccome…ma cercava di non fissarla…mai avrebbe desiderato farla scappare…
“Oscar stai gocciolando…”
Le  si avvicinò lentamente…quasi si avvicinasse ad un cavallo imbizzarrito, le aveva parlato con tutta la dolcezza di cui era capace…si tolse il mantello dalle spalle e glielo porse…anche se avrebbe desiderato metterlo con le sue mani sulle sue spalle…
Oscar rimaneva immobile, come impietrita …non so che fare…pensava disperata…
“ ti ringrazio” lo accettò dalla sua mano…riuscì a sentire per un istante il contatto con la sua pelle… mise quel mantello di calore e profumo intorno alle spalle ed ebbe la sensazione di sciogliersi…adesso tremava.
“tremi ...ora riaccendo il fuoco” disse Andrè in modo risoluto.
“non è necessario…ora passa”…ma Oscar non voleva che passasse…quei brividi voleva sentirli ancora lungo la schiena, avrebbe voluto averli sentiti tanto tempo fa…
ebbe un capo giro. Il vino…l’acqua fredda del lago…Andrè…stava quasi per cadere e istintivamente tese le braccia in avanti cercando la presa dell’uomo che in silenzio l’aveva sostenuta per tutta una vita…
Andrè la accolse…”Oscar”…amore mio…”che succede?”
Rimasero così un attimo…un minuto…un ora…una vita intera…Oscar appoggiata al corpo di Andrè e lui immobile come una statua…anche se avrebbe voluto stringerla…
Non mi abbraccia…Andrè…perché non mi abbracci…??
Andrè la sentì piangere sul suo petto…
”perché piangi?” le chiese sotto voce…
“sono stanca…Andrè…stanca”
… si allontanò con dolore dal quel corpo solido e sicuro…rassegnata dalla sconfitta di aver avuto la prova che ormai Andrè provava per lei solo dell’affetto…della premura…e non l’amore da cui desiderava essere sconvolta…
ecco…è finito..l’incanto…si è staccata…portandosi via definitivamente il mio cuore…ha ripreso il controllo…
Il loro desiderio di comprendersi era talmente forte…che per assurdo ormai avevano frainteso l’uno dell’altra ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo…temevano il rifiuto…stavano fermi in silenzio…
Oscar si voltò per guardarlo in faccia per mostrargli che tutto era tornato a posto…
“Andrè…prepara i cavalli…voglio arrivare ad Arras il prima possibile”
“ va bene Oscar”

scappi ancora…vuoi scappare anche da questo luogo…eh Oscar? vuoi che questa notte diventi un ricordo da dimenticare…sì…è così…
Arras…perché? Cos’è tutta questa fretta ?

Sono stanca …di fuggire da te Andrè…ma voglio arrivare ad Arras…vedere ancora quei luoghi…e abbandonarmi all’illusione di noi due insieme…solo per  pochi giorni…cullarmi nella fantasia di una vita mai vissuta…pochi giorni…solo per pochi giorni…

Era l’alba quando arrivarono al limite di un campo di papaveri…sembrava un mare…lì una volta c’erano campi coltivati...la natura si era ripresa tutto…il profumo del mare sembrava quasi nell’aria… la brezza mattutina aveva fatto alzare una nebbia sottile, che rendeva ancora più straordinaria quella visione di rosso e di verde… Arras era oltre una leggera collina…
Si fermarono ad ammirare quello spettacolo inatteso. Quel campo sembrava essere nei loro cuori come un confine, un mare da attraversare verso la terra della verità. Avevano la sensazione di lasciarsi alle spalle la falsità, l’ipocrisia di Parigi, della corte…ora esisteva solo il mare…
La risacca era percepibile chiaramente nelle loro menti…era come un battito sordo di un cuore immenso…si guardarono…e si lanciarono al galoppo.

 

Fine 4° parte

                                                                                                                                                            Mik
 
 

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